Fino al , tutti i patrimoni scritti venivano conservati sotto forma di rotoli o scrolli , alcuni di , ma la maggioranza di.
Ad un certo punto i romani inventarono un taccuino più leggero e meno ingombrante, sostituendo legno o avorio con fogli di pergamena: ponevano due o più fogli insieme, li piegavano nel mezzo, li bucavano lungo la piega e ci passavano dentro una cordicella per tenerli ri legati.
L'apertura delle pagine, specialmente nelle edizioni in , era di solito lasciata al lettore fino agli anni sessanta del , mentre ora le segnature vengono rifilate direttamente dalla tipografia.
La prima pagina porta il volto del poeta.